Questa è la storia di Isabella, una giovane donna affetta da VULVODINIA.
Isabella di soli 24 anni è arrivata nel mio studio qualche anno fa con una diagnosi medica di vulvodinia.
Quattro anni prima, a seguito di ripetute candidosi trattate con soli antibiotici locali e senza l’ assunzione di fermenti lattici, iniziò a soffrire di cistiti post-coitali ricorrenti e di sempre più frequenti bruciori nella zona vulvare e vaginale.
Cambiò diversi ginecologi che ad ogni visita le dicevano che i dolori erano solo nella sua testa in quanto una volta curata la candida e le cistiti non batteriche non c’ era a detta loro nulla che potesse provocarle quei fastidi intimi.
Fastidi che le hanno reso impossibile la sua vita sessuale. Ad ogni rapporto era un susseguirsi di dolore bruciante, che lei descriveva come un fuoco interno, all’ inizio e durante la penetrazione. Talvolta alcuni giorni dopo il rapporto.
La sua vita era diventata impossibile: i bruciori e dolori vulvari talvolta come delle scosse elettriche andavano e venivano a loro piacimento peggiorando verso la sera e stando seduta troppo a lungo.
Peggioravano bevendo vino o alcolici, al punto che per lei l’ aperitivo con le amiche consisteva nel bere un succo di mirtillo (scelta salutare in ogni caso).
Finalmente alcuni mesi prima del nostro incontro una ginecologa le diagnostica a seguito di SWAB TEST (leggi l’ articolo nel link) la famigerata : VULVODINIA . Insieme ad essa una relativa neuropatia da intrappolamento del nervo pudendo a causa dell’ IPERTONO DELL’ ELEVATORE DELL’ ANO.
La vulvodinia (sindrome dolorosa vulvare) è definita come dolore vulvare che persiste da almeno 3 mesi in assenza di cause definite (vaginiti, cistiti interstiziali-post coitali, infezioni da HSV, ecc…) . Dolore che compare a suo piacimento anche con stimoli tattili lievi.
Il dolore genera una contrattura riflessa dei muscoli del pavimento pelvico , creando così un circuito di autopotenziamento:
DOLORE–>IPERTONO PELVICO–>INFIAMMAZIONE–>DOLORE–> COSTRIZIONE PUDENDO–>AUMENTO SENSIBILITA’ VULVARE–> DOLORE
Quando Isabella è giunta nel mio studio era già in cura da sei mesi con Laroxyl per il dolore cronico ed era molto incredula della riuscita dei trattamenti…
Come dico sempre alle donne che seguo la riuscita dei trattamenti dipende al 50% anche dalla compliance della donna stessa. Il processo di guarigione prevede sempre infatti un grandissimo lavoro personale perché purtroppo ad oggi non esiste una pillola magica che faccia sparire la patologia in un battito di ciglia.
Abbiamo perciò iniziato il lavoro di rilassamento del pavimento pelvico con esercizi di respirazione, posture di stretching e meditazioni da me ideate per rilasciare tensioni accumulate in questa parte del corpo : la VAGINA! Il secondo cuore della donna!
Al momento giusto abbiamo potuto inserire il lavoro di elettrostimolazione vaginale per il rilascio muscolare e tensivo con programmi specifici per il dolore pelvico.
Tutti questi trattamenti pelvici manuali e non sono stati sempre affiancati dalle tecniche della medicina tradizionale cinese :
- l’ agopuntura auricolare (auricoloterapia) per il lavoro di rilascio sul sistema nervoso e sull’ innervazione sacrale e uterina
- il Tuina (massaggio degli agopunti) per sbloccare il Qi (energia) stagnante, riequilibrare lo yin e lo yang
- consigli alimentari
- regolazione della disbiosi intestinale ( nel 50% delle donne affette da vulvodinia si associano problemi intestinali come disbiosi, colite ulcerosa, intolleranze alimentari, stitichezza, diarrea…)
Bene… a circa 6 mesi dall’ inizio dei trattamenti, con alti e bassi, ricadute e miglioramenti… Isabella ha vinto!
E’ uscita dall’ incubo vulvodinia ed è tornata ad avere una qualità di vita normale, con le dovute accortezze e rispetto per questa parte del corpo tanto nascosta quanto importante: VAGINA, VAGINA, VAGINA.
La cosa più interessante è che Isabella e tutte le donne come lei una volta guarite riferiscono sempre di essere delle donne nuove, più consapevoli del loro corpo e del loro essere femminile.
E’ un percorso lungo e difficile, nessuno dice che non lo sia, ma dalla vulvodinia prima o poi se ne può uscire! E’ molto importante che la donna si affidi ad esperti il più precocemente possibile poiché più il dolore si cronicizza più è ostico il percorso di guarigione.
Se leggendo ti sei riconosciuta nella storia di Isabella, CONTATTAMI. Ascolterò la tua storia e sarò lieta di darti il mio aiuto per uscirne vincente!
Puoi trovarmi a Ladispoli e presso i centri MEDILAB di Ostia e MARILAB di Roma.
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